BULLHEAD è un film del 2011 diretto da Michael R. Roskam.
"Rundskop" è una storia di solitudine e rabbia. implosioni ed esplosioni. Silenzi e vuoti. Paesaggi fermi e nuvole immobili. La storia di una natura impassibile e fredda di fronte agli eventi del mondo.
Bestie dopate, piene zeppe di ormoni scandiscono le azioni di uomini segnati dal loro passato, castrante, castrato.
Un vortice che si arrotola su se stesso come scale concentriche di un palazzo che crolla e diventa tomba, lapide verticale che tende a qualcosa, ma incapace di raggiungerlo, si arrende e muore.
Sentimenti mozzati, difficili, così lontani seppur vicini.
Amicizia, amore, fratellanza: carezze troppo dolci che non penetrano la spessa cortina d'odio.
La paura mangia l'anima.
Follia: come l'attimo che toglie, fugge via e mai più ritorna.
Esseri umani ridotti a vegetali sotto i colpi violenti di un toro scatenato che riesce ad affermare se stesso solo attraverso una rabbia assoluta che fonde uomo e bestia in un corpo totemico e ancestrale. Un Minotauro che fa della fisicità la sua unica arma, ma dalla quale è costretto ad una vita che non sa sbocciare.
L' urlo di guerra di un uomo solo contro se stesso. Solo contro il mondo, contro la la sua incapacità di accettare, di scegliere se perdonare o uccidere, per andare definitivamente oltre.
Così una vita interrotta, spezzata, può riprendere il suo corso solo dopo un gesto estremo, folle come il gesto che quella vita ha ridotto in ginocchio.
Un'azione che sia distruttrice e riparatrice. Che funga da contrappasso e ponga fine all'agonia di una bestia ormai pronta al macello.
Jacky, Il toro furente viene abbattuto, durante una lotta claustrofobia che è metafora di travaglio interiore frustrante, esasperato, angoscioso ma insieme liberatorio e catartico.
La mancanza fisica diventa vuoto interiore insanato, che chiede il prezzo più alto per essere colmato.
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